sabato 8 febbraio 2014

Un anno perso!

In questi giorni Alice mi è capitato di riflettere un po' su questo ultimo anno.
Ho notato che da qualche settimana mi sento davvero bene e sono molto più serena e tranquilla. 
Non so se questa mia serenità si nota anche dall'esterno ma per me è evidente.
Mentre prima vivevo ogni istante con il costante pensiero di essere "malata" e la parola cancro con annessi e connessi era la prima cosa a cui pensavo ogni giorno aprendo gli occhi, ora mi accorgo che certi giorni non mi viene nemmeno in mente e solo ogni tanto mi capita di pensare "ah già è vero che io ho avuto anche il cancro!". 
È come se prima vivessi con una pesante zavorra che mi ancorava al suolo e mi impediva di spiccare il volo, come se vivessi ogni emozione, ogni situazione senza lasciarmi davvero coinvolgere, e andavo avanti col freno tirato, con gli occhi velati e il fiato sospeso. 
Ho vissuto così ogni attimo di questo lungo, lunghissimo ultimo anno, sentendomi spettatrice della mia stessa vita. Ogni cosa che ho fatto, ogni gesto, anche il più banale come bere un caffè l'ho vissuto in maniera piuttosto asettica e con il costante pensiero della morte al mio fianco. 
Ho vissuto un anno della mia e della vostra vita da persona malata, sentendomi io per prima "precaria", come se fossi in prestito. 
Poi finalmente il giro di boa, il primo anno post cancro e quella sensazione di leggerezza e libertà che non ricordavo nemmeno più. E ho cominciato a vivere, a pensare, a ragionare da persona sana, senza angosciarmi per un brufolo e senza partire sempre dall'idea di avere un cancro. Ho smesso di sentirmi malata e ho ricominciato ad essere davvero felice e sono riuscita addirittura a sorridere. Improvvisamente ho capito di aver perso un anno... Un anno di te, di me, di noi...
Purtroppo il tempo perso non si può recuperare ma ora mi resta ancora una cosa da fare: ridere, non sorridere. Eh già, non ricordo da quanto tempo non faccio una bella risata, una di quelle che non riesci a trattenere e che riescono addirittura a farti scendere le "lámiche" (lacrime) ma quelle di gioia, non quelle di disperazione!!!

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