mercoledì 26 febbraio 2014

Un temporale di lacrime

Fin da bambini ci sentiamo ripetere "non piangere!" come se piangere fosse una cosa da condannare, come se fosse sbagliato. E così un po' alla volta crescendo e diventando adulti perdiamo la capacità di piangere, spesso ne proviamo vergogna e lo facciamo di nascosto, o peggio, a volte davvero non ci riusciamo più.
Per me piangere è sempre stato liberatorio.
A volte ho pianto fino a sentirmi sfinita, fino ad avere il viso gonfio e stravolto dal pianto, ma poi mi sentivo meglio.
Era più o meno da un mese e mezzo che non piangevo, che non ne sentivo la necessità.
Oggi è capitato, di nuovo, all'improvviso, senza un motivo apparente, senza una ragione scatenante.
Stavo mangiando e sono scoppiata a piangere.
Uno di quei pianti che arrivano da dentro, che iniziano e sono subito violenti, come un temporale estivo. Per un attimo mi sono spaventata senza capire cosa davvero mi stesse succedendo. Per un attimo ho avuto paura e ho pensato "forse dovrei chiamare qualcuno, non posso restare in questo stato". Per un attimo ho pensato che non mi sarei più riuscita a fermare. Invece dopo pochi minuti di tuoni, fulmini, lampi e saette ecco tornare la pace dopo la tempesta. E proprio come dopo un temporale si percepiva molto bene un'atmosfera diversa da prima.
È durato poco, un po' più di un attimo, ma è stato breve ma intenso e... come sempre assolutamente liberatorio. Anche se questa volta a dire il vero non ho ancora ben capito da cosa mi dovessi liberare... 
Ma sono certa che prima o poi lo capirò.

Nessun commento:

Posta un commento