venerdì 25 novembre 2011

Lost & lost


Perdo almeno tre o quattro oggetti al giorno. Alcuni li ritrovo, altri finiscono in un misterioso “buco nero” e non se ne hanno più tracce, se ci facessi una trasmissione non basterebbero 4 ore a puntata. L’altro giorno i guanti (il tuo l’ho ritrovato, il mio no… il solito culo!). Ieri un tappeto, volato nel giardino di quello di sotto e scomparso nel nulla… Stamattina un paio di calzetti, dispersi, entrambi, fra il cesto della biancheria sporca, quella pulita, lo stendi panni, il cassetto…
Ma il più “smarrito” di tutti, l’oggetto che riesco incredibilmente a perdere più volte nell’arco della stessa giornata, colui che vince il premio per riuscire a nascondersi meglio è… il cellulare. Me lo porto dietro per evitare di dover correre su e giù dalle scale e poi puntualmente lo dimentico in giro per casa e quando me ne accorgo giro alla disperata ricerca dell’oggetto che, insieme al computer mi mette in comunicazione col resto del mondo. A volte lo trovo subito, altre no e mi vedo costretta a telefonare a papà chiedendo di farmelo “suonare”. Oggi dopo averlo perso, mentre lo stavo cercando è squillato e io ho subito tentato di identificare da dove provenisse il suono, sperando di trovarlo entro i primi cinque squilli, ovvero prima che si attaccasse la segreteria telefonica e smettesse di suonare… ritornando quindi fra i desaparecidos.
Questa scena ai limiti dell’assurdo, con il telefono che suona ed io che corro in giro per casa, guardando sotto le coperte, in mezzo ai vestiti, dentro le borse, nelle tasche… si ripete ogni giorno, più volte al giorno… Che dici dovrei legarmelo al collo? Ma no, in fondo il movimento fa bene alla salute…

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