Perdo almeno tre o
quattro oggetti al giorno. Alcuni li ritrovo, altri finiscono in un misterioso “buco
nero” e non se ne hanno più tracce, se ci facessi una trasmissione non
basterebbero 4 ore a puntata. L’altro giorno i guanti (il tuo l’ho ritrovato,
il mio no… il solito culo!). Ieri un tappeto, volato nel giardino di quello di
sotto e scomparso nel nulla… Stamattina un paio di calzetti, dispersi,
entrambi, fra il cesto della biancheria sporca, quella pulita, lo stendi panni,
il cassetto…
Ma il più “smarrito” di
tutti, l’oggetto che riesco incredibilmente a perdere più volte nell’arco della
stessa giornata, colui che vince il premio per riuscire a nascondersi meglio è…
il cellulare. Me lo porto dietro per evitare di dover correre su e giù dalle
scale e poi puntualmente lo dimentico in giro per casa e quando me ne accorgo
giro alla disperata ricerca dell’oggetto che, insieme al computer mi mette in
comunicazione col resto del mondo. A volte lo trovo subito, altre no e mi vedo
costretta a telefonare a papà chiedendo di farmelo “suonare”. Oggi dopo averlo
perso, mentre lo stavo cercando è squillato e io ho
subito tentato di identificare da dove provenisse il suono, sperando di
trovarlo entro i primi cinque squilli, ovvero prima che si attaccasse la
segreteria telefonica e smettesse di suonare… ritornando quindi fra i
desaparecidos.
Questa
scena ai limiti dell’assurdo, con il telefono che suona ed io che corro in giro
per casa, guardando sotto le coperte, in mezzo ai vestiti, dentro le borse,
nelle tasche… si ripete ogni giorno, più volte al giorno… Che dici dovrei
legarmelo al collo? Ma no, in fondo il movimento fa bene alla salute…
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