martedì 1 novembre 2011

Parole nuove


Da oggi ogni volta che riesci a prendere la palla dalle fauci di Heidi, orgogliosa ti illumini e urli “bappa!”. Fin qui nulla di strano, a parte la tua anomala traduzione della parola “palla” che, tutto sommato, non mi sembrava poi così difficile da dire, ma a quanto pare la “l” proprio non ti è simpatica. La cosa che invece mi ha preoccupata e non poco, è stato che nel pomeriggio, dopo aver ripetuto almeno cinquanta volte “bappa” sventolando ogni volta la pallina miracolosamente stretta in una mano decisamente troppo piccola per trattenerla, improvvisamente hai visto la mia pancia che faceva capolino da una maglietta troppo corta e tu ti sei illuminata, hai sorriso con i tuoi sette denti e poi mi hai guardata seria e indicando la suddetta pancia, hai detto convinta “bappa!”…
Ora Alice, io sono la prima a riconoscere che la mia pancia è lontanissima dal ventre piatto, del resto non è mai stata vicina al “piattume” nemmeno quando avevo quindici anni, ma da qui a definirla “bappa”, speravo che la similitudine non fosse poi così automatica. Ma dato che si dice sempre che i bambini sono la bocca della verità, temo che tu con la tua semplicità, abbia realmente espresso una realtà che evidentemente salta agli occhi, anzi, più che salta ballonzola mollemente…

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