Cara Alice,
ti scrivo ormai da
tanto tempo, da quando eri ancora un piccolo gruppetto di cellule che “giocava”
a duplicarsi, ma in tanto tempo poche volte, come oggi, ho sentito la profonda
necessità di parlarti, come se tu fossi adulta, come se tu potessi davvero leggere
e comprendere quello che scrivo.
Oggi Alice sono qui,
fra le tante cose, per chiederti scusa perché sento di non poter mantenere
quelle promesse che ti ho fatto quando sei nata.
Proprio guardandoti dritta
negli occhi, ti avevo promesso che non ti sarebbe mancato niente, ti avevo
giurato che ci sarei sempre stata, ti avevo rassicurata che avresti avuto
accanto una mamma forte e serena a cui appoggiarti e invece non è così.
Tua mamma Alice oggi non
è più in grado di mantenere quelle promesse, è stanca, stanchissima, con tanta
voglia di smettere anche di pensare, con il pianto che le si ferma in gola e che
le toglie l’aria fino a soffocarla.
Oggi Alice, non sopporto
più nessuno, vorrei cancellare tutto e tutti, anche la mia ombra, vorrei
dormire, dormire e dormire, ma nemmeno quello riesco più a fare, sono troppo agitata
e mi sveglio di continuo e non riesco a riposare.
Vorrei chiudere gli
occhi, riaprirli e vedere tutto intorno a me magicamente ordinato e pulito come
non capita… non ricordo nemmeno più da quando.
Vorrei che la voce “cose
da fare” nel block notes del mio cellulare fosse vuota, e invece quella lista,
quasi per prendersi beffa di me, si allunga ogni giorno di più.
Non ho nemmeno più il
tempo di fermarmi per prepararmi qualcosa per pranzo, solo la forza di dire “arrivo
subito”, di ripeterlo una, dieci, cento, mille volte al giorno… ogni volta con
meno forza, con meno fiato.
Oggi ho scelto di non
mangiare e di fermarmi per buttare giù queste righe e mi sono imposta di prendermi
questi dieci minuti per me, perché ne ho bisogno perché scrivere mi aiuta a
sfogare lo stress che sto accumulando e che è davvero arrivato a dei livelli che
non aveva mai raggiunto prima.
Purtroppo Alice io
faccio sempre lo stesso errore: non ho ancora imparato a conoscermi, non riesco
mai a capire quando sto esagerando, quando sto chiedendo troppo a me stessa. Non
voglio proprio rendermi conto che le mie risorse non sono inesauribili.
Vorrei sempre
accontentare tutti: vorrei essere una brava madre, una brava compagna, una
brava padrona (di Heidi), una brava amica, e perché no, anche una brava figlia…
e alla fine, nel tentativo di essere troppo perfetta faccio acqua da tutte le
parti...
Se mi guardo attorno
ora vedo solo un disastro: ovunque ci sono cose da rimettere a posto perché fra
un po’ ci sovrastano, e se ci penso so che ci sarebbero delle commissioni e
delle spese urgenti, e le pulizie da fare e poi bisogna anche cucinare perché la
sera almeno bisogna sedersi a mangiare… E poi ci siete tu e Heidi…
Heidi dovrebbe uscire a
passeggiare, Heidi ha la ciotola dell’acqua vuota da riempire ci vogliono 30
secondi, ma certe volte è difficile incastrare anche quelli, Heidi fa macelli
in giardino, Heidi ha voglia di giocare ma… non c’è tempo e ti guarda con degli
occhi troppo dolci e tu sai che ha ragione, che non è giusto tenerla così, sai
che è troppo buona e che si merita di più e di meglio, che non può stare sempre
chiusa fra quattro mura e ti senti che anche con lei stai sbagliando tutto.
E poi ci sei tu
piccola, tenera indifesa… Tu sei in giro e dici “tatta” e vorresti essere a
casa sul tuo vasino, poi dici “nanna” e vorresti essere a casa nel tuo lettino,
tu vieni svegliata, sballonzolata a destra e sinistra, caricata e scaricata, rimbalzata
da un posto all’altro come una pallina e piagnucoli giusto un po’, perché anche
tu sei troppo buona, perché anche da te come da Heidi, pretendiamo troppo, perché
in fondo ti “basta solo” stare con la tua mamma.
Ma la tua mamma Alice deve
essere sincera, con se stessa prima e poi anche con gli altri, non ce la fa
più, la tua mamma Alice è vicina al punto limite, ha raggiunto una soglia pericolosa
e anche se tu non lo capisci, forse lo senti.
La tua mamma ora è un
po’ come le sabbie mobili: se ti avvicini troppo rischi di scivolare in mezzo e
di cadere, di essere inghiottita e di andare a fondo…
La tua mamma Alice, in
giorni come questi non riesce nemmeno a prendersi cura di se stessa e l’idea di
doversi prendere cura di te, è davvero troppo e la sovrasta.
Per questo e per molto
altro che è ancora nella mia mente, troppo confuso e troppo complicato da
riuscire a sbrogliare, anche se forse non lo capirai, sento il bisogno di
chiederti scusa.
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