venerdì 18 novembre 2011

A mia figlia


Cara Alice,
ti scrivo ormai da tanto tempo, da quando eri ancora un piccolo gruppetto di cellule che “giocava” a duplicarsi, ma in tanto tempo poche volte, come oggi, ho sentito la profonda necessità di parlarti, come se tu fossi adulta, come se tu potessi davvero leggere e comprendere quello che scrivo.
Oggi Alice sono qui, fra le tante cose, per chiederti scusa perché sento di non poter mantenere quelle promesse che ti ho fatto quando sei nata.
Proprio guardandoti dritta negli occhi, ti avevo promesso che non ti sarebbe mancato niente, ti avevo giurato che ci sarei sempre stata, ti avevo rassicurata che avresti avuto accanto una mamma forte e serena a cui appoggiarti e invece non è così.
Tua mamma Alice oggi non è più in grado di mantenere quelle promesse, è stanca, stanchissima, con tanta voglia di smettere anche di pensare, con il pianto che le si ferma in gola e che le toglie l’aria fino a soffocarla.
Oggi Alice, non sopporto più nessuno, vorrei cancellare tutto e tutti, anche la mia ombra, vorrei dormire, dormire e dormire, ma nemmeno quello riesco più a fare, sono troppo agitata e mi sveglio di continuo e non riesco a riposare.
Vorrei chiudere gli occhi, riaprirli e vedere tutto intorno a me magicamente ordinato e pulito come non capita… non ricordo nemmeno più da quando.
Vorrei che la voce “cose da fare” nel block notes del mio cellulare fosse vuota, e invece quella lista, quasi per prendersi beffa di me, si allunga ogni giorno di più.
Non ho nemmeno più il tempo di fermarmi per prepararmi qualcosa per pranzo, solo la forza di dire “arrivo subito”, di ripeterlo una, dieci, cento, mille volte al giorno… ogni volta con meno forza, con meno fiato.
Oggi ho scelto di non mangiare e di fermarmi per buttare giù queste righe e mi sono imposta di prendermi questi dieci minuti per me, perché ne ho bisogno perché scrivere mi aiuta a sfogare lo stress che sto accumulando e che è davvero arrivato a dei livelli che non aveva mai raggiunto prima.
Purtroppo Alice io faccio sempre lo stesso errore: non ho ancora imparato a conoscermi, non riesco mai a capire quando sto esagerando, quando sto chiedendo troppo a me stessa. Non voglio proprio rendermi conto che le mie risorse non sono inesauribili.
Vorrei sempre accontentare tutti: vorrei essere una brava madre, una brava compagna, una brava padrona (di Heidi), una brava amica, e perché no, anche una brava figlia… e alla fine, nel tentativo di essere troppo perfetta faccio acqua da tutte le parti...
Se mi guardo attorno ora vedo solo un disastro: ovunque ci sono cose da rimettere a posto perché fra un po’ ci sovrastano, e se ci penso so che ci sarebbero delle commissioni e delle spese urgenti, e le pulizie da fare e poi bisogna anche cucinare perché la sera almeno bisogna sedersi a mangiare… E poi ci siete tu e Heidi…
Heidi dovrebbe uscire a passeggiare, Heidi ha la ciotola dell’acqua vuota da riempire ci vogliono 30 secondi, ma certe volte è difficile incastrare anche quelli, Heidi fa macelli in giardino, Heidi ha voglia di giocare ma… non c’è tempo e ti guarda con degli occhi troppo dolci e tu sai che ha ragione, che non è giusto tenerla così, sai che è troppo buona e che si merita di più e di meglio, che non può stare sempre chiusa fra quattro mura e ti senti che anche con lei stai sbagliando tutto.
E poi ci sei tu piccola, tenera indifesa… Tu sei in giro e dici “tatta” e vorresti essere a casa sul tuo vasino, poi dici “nanna” e vorresti essere a casa nel tuo lettino, tu vieni svegliata, sballonzolata a destra e sinistra, caricata e scaricata, rimbalzata da un posto all’altro come una pallina e piagnucoli giusto un po’, perché anche tu sei troppo buona, perché anche da te come da Heidi, pretendiamo troppo, perché in fondo ti “basta solo” stare con la tua mamma.
Ma la tua mamma Alice deve essere sincera, con se stessa prima e poi anche con gli altri, non ce la fa più, la tua mamma Alice è vicina al punto limite, ha raggiunto una soglia pericolosa e anche se tu non lo capisci, forse lo senti.
La tua mamma ora è un po’ come le sabbie mobili: se ti avvicini troppo rischi di scivolare in mezzo e di cadere, di essere inghiottita e di andare a fondo…
La tua mamma Alice, in giorni come questi non riesce nemmeno a prendersi cura di se stessa e l’idea di doversi prendere cura di te, è davvero troppo e la sovrasta.
Per questo e per molto altro che è ancora nella mia mente, troppo confuso e troppo complicato da riuscire a sbrogliare, anche se forse non lo capirai, sento il bisogno di chiederti scusa.

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