Un lunedì mattina come
tanti altri, con la nebbia fuori dalla finestra e il solito cane rompic… che
non smette di abbaiare. Noi siamo sole in casa, papà è a lavorare ed io,
finalmente dopo alcuni giorni, sono riuscita a sedermi oltre che sul water,
anche davanti al p.c.. Già queste due ultime cose mi sembrano delle grandi
conquiste, degne di essere citate in un post. Tu dormi, anzi, dormivi… e la
tregua durerà ancora poco, anzi pochissimo. Il mio cellulare sulla scrivania accanto
a me suona, ma io non ho voglia di rispondere e lo guardo senza rispondere,
aspettando (e sperando) che smetta presto.
Non so ancora cosa farò,
come organizzerò questa giornata partita, fortunatamente, al rallentatore. Di
cose da fare ce ne sarebbero, caspiterina se ce ne sarebbero… ma io sto
cercando prima di tutto di respirare e di filtrare i pensieri, in modo che non
si ammassino tutti uno sull’altro creando un gomitolo confuso e annodato. Per ora
direi di cominciare venendo a vedere cosa stai facendo tu che, sola soletta,
parlotti nel tuo lettino e sicuramente stai mettendo sottosopra le coperte…
(assolutamente inutili visto che tu dormi appoggiata sopra…). Ecco, mi stai
chiamando… ed io che detestavo avere capouffici esigenti ora mi ritrovo con una
piccola “capa” … capa tosta…
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