Pausa tecnica
Se solo io non mi sentissi in
colpa per ogni cosa che faccio e anche e soprattutto per quelle che non faccio,
se soltanto non mi sentissi sbagliata, forse, probabilmente, tutto sarebbe più
facile e il mondo intorno a me sarebbe di nuovo a colori.
Ma riflettendo, credo proprio di esserci nata con questa sensazione, penso di aver
cominciato a respirare sentendomi profondamente sbagliata, e in effetti non
poteva essere in un altro modo: mi è stato detto e ripetuto fino allo
sfinimento che "sono stata un errore, un banale errore di calcolo", e
alla fine ho finito per crederci e questo ora mi sento: un errore, un piccolo
stupido insignificante sbaglio, un incidente di percorso!
No tu no Alice, non temere, tu non sei un errore, tu
sei stata desiderata al di sopra di ogni altra cosa, voluta, cercata, attesa e
amata, profondamente amata, ancora prima che i tuoi meravigliosi occhi blu
vedessero brillare la luce del sole e che il tuo cuoricino cominciasse
finalmente a battere fra le mie braccia.
Tu non dovrai mai convivere con la terribile
sensazione di essere “capitata”, non dovrai disperatamente combattere ogni
giorno per trovare il modo per “meritare” di essere qui, non dovrai conquistare
a fatica il tuo piccolo spazio di mondo.
Tu sei qui fortunatamente e sei la cosa migliore
che io sia riuscita a fare in oltre quarant’anni, sei la mia gioia e il mio
orgoglio e anche se in questi giorni mi vedi un po’ strana e non ho tanta
voglia di giocare e di ridere, questo non vuol dire che io ti voglia meno bene,
ma solo che sono molto stanca e ho bisogno di ricaricare le “batterie” ma tu
non devi preoccuparti, quando sarò di nuovo in forma, allora torneremo a
giocare e a divertirci insieme, tutti: tu , io, papà e Heidi, come abbiamo
sempre fatto fino ad oggi e questa “pausa tecnica” resterà solo un ricordo lontano
nelle nostre menti.
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