martedì 13 novembre 2012

Ehi tu, quanti anni hai?



Dopo il solito risveglio un po’ in sordina, questa mattina mi sono immediatamente resa conto che non avevo nessunissima voglia di restarmene a casa a sfaccendare e che avevo bisogno/voglia di uscire e di fare qualcosa di diverso. Inizialmente avevo pensato di andare a trovare la nonna Alba, ma dopo la solita telefonata in cui mi erano già state preannunciate imminenti tragedie e assurde catastrofi naturali, che avrebbero fatto impallidire anche i Maya e le loro previsioni, ho pensato che forse non era il caso ed ho scelto di cambiare programma. Così, con un abile stratagemma sono riuscita a convincerti che fare una gita al grande centro commerciale di Rimini, sarebbe stata un’avventura entusiasmante e alle nove eravamo già pronte e in macchina.
Lungo il tragitto mi sono dovuta fermare a fare gas, cosa che tu da sempre inspiegabilmente detesti, per cui, onde evitare sceneggiate dell’ultimo minuto di fronte a benzinai increduli, ti ho preannunciato la sosta ed erroneamente ti ho detto che dovevo fare “benzina”, ma tu, che sei una bimba attentissima, mi hai prontamente corretta: “nooo mamma, gaaas…”, evidenziando con il tono il mio “fatale” errore e lasciandomi assolutamente a bocca aperta…
Poi siamo arrivate al centro commerciale e per intrattenerti mentre facevo un po’ di spesa nell’area dei generi alimentari, ti ho dato in mano un bel libro natalizio, con tanto di pulsante che una volta schiacciato, intonava il famoso ritornello di “Jingle Bells”. Inutile dire che dopo averlo ascoltato un paio di volte tu hai cominciato a canticchiare “… all the way”, intonata ed in un perfetto inglese (in entrambe le cose non puoi aver preso da me…), divertendo tutti quelli che sentendoti si giravano a guardarti.
Sempre continuando a pigiare il suddetto tasto (non so davvero come io abbia potuto pensare di darti quel libro fra le mani…), hai cominciato a sfogliare le pagine ed improvvisamente, forse incuriosita dalle belle immagini natalizie che vi erano rappresentate, ti sei girata e mi hai chiesto seria e leggermente preoccupata “mamma, quando vene Babbo Atale?”, io ti ho prontamente risposto “non preoccuparti Alice, viene presto.”, pensando ingenuamente di placare la tua sete di sapere. Ma evidentemente sottovalutavo la tua curiosità, perché tu hai subito continuato indispettita “petto quando mammaaa?”, allungando la “a” a sottolineare l’incompletezza della mia risposta… Colta in errore, ho tentato di rimediare dicendoti subito, “presto fra poco più di un mese”, convinta di aver esaudito ogni tua richiesta e sperando di non aver sbagliato i conti fatti un po’ troppo rapidamente. Ma ancora una volta mi sbagliavo, perché tu, dopo averci pensato un attimo, hai continuato riepilogando precedenti informazioni che evidentemente papà ed io ti avevamo già dato, “vene quando dommo…, potta regali miei…”, poi tutto ad un tratto ti sei zittita e sbarrando i tuoi occhioni su di me, mi hai chiesto preoccupata “e pecchè vene?”, ed io presa alla sprovvista da questa tua inaspettata domanda, (non eravamo ancora arrivati all’era dei temutissimi “perché”), ho tardato qualche istante e poi ho cercato di tranquillizzarti dicendoti, “viene perché tu sei una bimba brava!”. Estremamente soddisfatta della mia risposta che mi sembrava assolutamente perfetta, completa e precisa, ho tirato un sospiro di sollievo illudendomi di aver concluso una conversazione che cominciava davvero a diventare insostenibile. Ma tu non mi hai lasciata troppo tempo nell’illusione e hai incalzato chiedendo “e pecchè io bimba baia?”, superato quell’attimo di esasperazione in cui avrei davvero voluto risponderti “non lo so perché sei brava Alice, e a volte non sono nemmeno poi così certa che tu lo sia…”, ho detto semplicemente “perché siamo fortunati, Alice”… ma mentre ti rispondevo, stavo già pensando a cosa avrei potuto rispondere al seguente “e pecchè?”, che già sapevo che sarebbe immediatamente arrivato… e questa volta non mi sbagliavo…
Mi dovevo ancora rassegnare/abituare ai tuoi continui “fai mamma?”…  e a quanto pare ora siamo già nel pieno della fase dei “perché?”… A questo punto sono io che vorrei fare una domanda: “ma l’età dei perché non era quella compresa fra i tre e i quattro anni?

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