sabato 18 aprile 2015

In piena caduta libera

In un tranquillo sabato pomeriggio mentre fuori imperversa il diluvio noi abbiamo deciso di andare al cinema.
Tu mentre siamo ancora in macchina guardi il cielo grigio sopra di noi e mi dici che sei un po' triste, io ti rispondo che non ce n'è ragione: siamo noi, siamo insieme, e già solo per questo mi sento felice.
Poi entriamo e non mi accorgo che una pericolosa nuvolo a grigia mi ha seguita e si è messa proprio sulla mia testa e mentre guardiamo il cartone animato che tu hai scelto, taglienti fulmini cominciano a illuminare i pensieri killer che cominciano a farsi spazio. 
Ti guardo seduta fra le braccia di papà e improvvisamente ti vedo con occhi diversi, e con un po' di distacco e tanta tristezza, comincio a pensare a come sarebbe la vostra vita, tua vita senza di me, senza una mamma, senza la tua mamma, immagino papà sovrastato dalle gonne frou frou, perso fra i vestiti con le balze e seppellito in mezzo a un mondo tutto rosa. E mentre lo immagino lo guardo, ignaro dei miei pensieri, è sereno e stretto abbracciato a te sembra e forse è in pace col mondo. Lo guardo e mi sento assolutamente tranquilla: so che sarebbe bravissimo e per farti stare bene si calerebbe alla perfezione nel ruolo di "mammo".
Nemmeno mi rendo conto di quanto la mia mente corra veloce e corra lontana. Erano quasi due anni che non facevo questi pensieri, che non tentavo di immaginare la vostra vita se io non ci fossi più...
Respiro e cerco faticosamente di concentrarmi sul grande schermo.
Quando finisce il cartone e usciamo nemmeno la corsa sotto la pioggia vera riesce a lavare i miei pensieri funesti. Vorrei dire a papà ciò che mi passa per la testa, so che gli darei un grande dispiacere ma anche che lui mi potrebbe aiutare a avare questa ansia, ma non posso farlo ora, ci sei tu e sei come sempre troppo attenta: devo aspettare di essere soli noi due.
Quando poco dopo arriviamo a casa mentre tu sei in bagno noi ci andiamo a mettere abiti asciutti e più comodi.
In pochi secondi gli lancio la mia "bomba", gli spiego che sento qualcosa sulla lingua e mi dimentico di dirgli che ho anche male all'orecchio, dalla stessa parte, ma non fa differenza, non importa ciò che conta è che gli dico che sono preoccupata.
Mi ricorda che martedì lui ha una visita proprio da un otorino che io già conosco e che gli ha detto che avrebbe piacere di rivedermi. 
Bene. Ottimo. Martedì è vicino.
Dopo qualche parola e forse un abbraccio, torniamo giù e continuiamo il nostro sabato solo apparentemente normale. Mangiamo, facciamo un puzzle sul tappeto, sorridiamo e a volte discutiamo, niente di strano.
Dopo cena mentre tu e papà siete di sopra per il vostro consueto rito della nanna io prendo l'ipad e invece di gironzolare pigramente qua e là vado a colpo sicuro e sulla barra di Google digito proprio il nome del mio cancro...
Escono una serie di indirizzi che non ricordo ma che con buona probabilità ho già visitato in passato. Entro subito in quello che colpisce la mia attenzione, quello dove fra tutte troneggia in grassetto la parola "prognosi".
Il cuore mi batte forte mentre si carica la pagina e subito dopo vengo catapultata in mezzo a quelle fredde percentuali che non sono cambiate e nemmeno la mia reazione è diversa da due anni fa: ho paura e mi sento assolutamente precaria...
Mentre chiudo l'iPad dopo aver letto e riletto quei dati, mentre cerco di respirare, mi domando come sia possibile che in meno di quattro mesi io abbia cancellato le certezze date da una tac e mi ripeto che non posso fare questi pensieri, ma ormai io in mezzo al temporale che continua solo sulla mia testa io sono in piena caduta libera...




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