mercoledì 4 settembre 2013

Giochi maldestri

"Un finto cellulare chiuso in una vera custodia, una di quelle col cordoncino per appender la al collo. Una bambina che ha tanta voglia di giocare ma che seduta nel carrello della spesa si annoia e non sa più cosa fare. La bimba prende la custodia rosa e comincia a farla roteare sopra la sua testa, ma quella bimba è maldestra e dopo che la custodia ha preso velocità, lei non calcola bene le distanze e involontariamente la sbatte con violenza sul volto della mamma, non in un punto a caso, ma proprio su quella cicatrice da cui "è uscito il cancro". La mamma non capisce cosa è successo, sente solo un dolore forte e tagliente e la prima e unica cosa che fa si porta le mani sul viso e chiude gli occhi. 
Per un po' è solo silenzio.
Non parla la bimba seduta nel carrello, non parla la mamma con le mani a coprire quella faccia calda e pulsante dal dolore. 
Quando la mamma apre gli occhi la bimba, stranamente muta, la sta guardando con i suoi grandi occhi spalancati in un modo in cui non li aveva mai visti. La fissa senza dire una parola, forse aspettando una reazione. Poi la mamma si arrabbia anche se sa che la bimba non l'ha fatto apposta e la bimba ascolta la sua rabbia sempre senza fiatare.
Ora che è passato qualche minuto la mamma ha il coraggio di avvicinarsi allo specchio e di guardare il suo volto: è arrossato e anche un po' gonfio ma non sembrano esserci altri danni. Il dolore è ancora forte ma tira un sospiro di sollievo e improvvisamente realizza che la bimba non ha ancora parlato...".
Non sei mai stata dieci minuti in rigoroso silenzio così come hai fatto ieri. Credo che tu abbia capito di avermi fatto davvero male. Mi spiace perché so che ti sei sentita in colpa e perché ho visto nel fondo dei tuoi occhi non la semplice paura, ma il terrore.
Ieri forse temo di non essere riuscita a dirti ciò che era giusto e che avrei voluto.
Mi hai chiesto più volte se ti avevo perdonata e stamattina hai voluto sapere se avevo ancora la "bua" che mi avevi fatto ieri. 
"Non c'è nulla di cui doverti perdonare, anche se mi sono arrabbiata so che non l'hai fatto apposta. 
La bua della mamma c'è, ma non per colpa tua. Stai tranquilla, passerà.
Quasi dimenticavo, il tuo finto cellulare e la sua custodia non li ho buttati via,mma sono nella mia borsa: però stai attenta!!!"
Questo è ciò che volevo che tu sapessi. 
Ti voglio bene, non dimenticarlo mai!



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