martedì 19 novembre 2013

Storie che ti restano nel cuore

Cerchi di non farti coinvolgere troppo dalle storie drammaticamente vere di chi ha visto in faccia il la furia del ciclone Cleopatra. Poi però ti imbatti in un articolo che parla di un padre che dopo aver preso suo figlio dall'asilo tenta di portarlo a casa, nel posto che lui reputa più sicuro. Ma durante quel tragico spostamento la loro auto si trova giusto in mezzo al ciclone. Il papà allora prende il suo bimbo di tre anni e nel tentativo di proteggerlo lo stringe a sè dentro al suo giubbotto. Lo abbraccia forte e cerca di mettersi al riparo su un muretto. Per tre quarti d'ora hanno cercato di salvarli ma non ci sono riusciti e quel papà col suo bimbo stretto al petto, quando il muretto si è sgretolato sotto i violenti colpi dell'acqua, e stato trasportato via insieme alla sua creatura. 
Non c'è l'hanno fatta, nessuno dei due, e quel bravo papà nonostante i suoi sforzi, non è riuscito nemmeno a mettere in salvo il suo piccolo...
Non posso non immedesimarmi in quel dramma. 
Non riesco a evitare di immaginare tuo padre al posto di quel padre e non riesco a non pensare alla paura di quel bimbo, alle sue parole in quei tre quarti d'ora e alle inutili rassicurazioni che sono certa il suo papà gli avrà fatto.
Non posso non commuovermi di fronte a questa storia.
Mi guardo attorno, immagino te che dormi al piano di sopra, col tuo pigiamino pulito e profumato, al calduccio nel tuo lettino, guardo tuo padre che è qui al mio fianco sul divano, accarezzo Heidi accanto a noi e mi sento immensamente fortunata.
Stasera so di esserlo ancora di più e di non avere nessuna ragione per lamentarmi.
Penso a quel padre, al suo angioletto e a quella donna, madre e moglie, che in un istante ha perso tutto.
Vorrei poterle dire una parola di conforto... Ma non ci sono parole oltre a quelle che ho letto.

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