lunedì 28 marzo 2011

Uffa che barba, uffa che noia...


Sei nostra figlia, ti abbiamo desiderata, cercata, aspettata e finalmente abbracciata.
Per averti ho sopportato dei sacrifici e dei dolori anche se ora li ho già dimenticati.
Godo totalmente del tempo che ho la fortuna di poter passare con te illimitatamente.
Sono contenta di essere madre, al punto che mi piacerebbe poter avere un altro figlio.
Eppure, dovrei separarmi da te per soddisfare nonni e zii che vorrebbero appagare la loro voglia di bambina (rigorosamente femmina!).
Ma dico io, per quale ragione dovresti andare a dormire a 250 kilometri da casa tua dato che non ce n’è la necessità? Perché dovremmo lasciarti una o più notti lontana da noi?
E se appago i desideri di questi nonni e di questi zii, perché allora non appagare anche quelli dell’altra parte della famiglia? Che facciamo, per evitare preferenze ci dividiamo i giorni e le notti, a e ti trattiamo come un pacchetto che viene spostato di qua e di là a seconda del momento?
E quello che fa bene a te non conta? E quello che vogliamo noi non importa?
Invece di dirmi grazie perché per sei mesi, mi sono sobbarcata il sacrificio e lo strapazzo di cinque ore di macchina un week end ogni mese, sono solo capaci di ripetere come un disco rotto ed anche un po’ lagnoso: “questa bambina la vediamo poco, anzi per niente… ora chissà quando la rivedremo…”.
Beh sapete che vi dico? Che dovete ringraziare il cielo e soprattutto la sottoscritta di quel “poco” che l’avete vista fino ad oggi e la rivedrete quando ne avrò voglia io!
Sì, perché ora mi sento e sono improvvisamente stanca di tutto questo su e giù, dei preparativi per la partenza che diventano ogni volta più lunghi e complicati, della tensione che vivo durante le ore di viaggio perché tu ti annoi e piagnucoli, dello stress che accumulo mentre siamo in visita parenti, quando vedo che tu sei insofferente e che loro continuano a passarti di mano in mano come se fossi una bambola di pezza!
Senza contare che il week end è l’unico tempo che abbiamo per noi come famiglia e per noi come coppia. Sì è vero, papà rientra a casa tutte le sere, ma a quel punto, dopo una giornata durata dodici ore per tutti, siamo troppo stanchi per goderci pienamente il tempo insieme!
Ma tutto questo è relativo, secondo loro potremmo fare la spesa di domenica tanto qualche negozio aperto si trova sempre e magari restare lì tutta la giornata, fino a sera, così dopo la loro pennichella, alla quale naturalmente non rinuncerebbero mai, avrebbero finalmente l’occasione per fare una bella passeggiata in centro con la nipotina…
Tanto che gli importa del tempo che perdiamo noi (si lo considero ed è tempo totalmente perso!) o cosa abbiamo da fare noi a casa, cosa vuoi che gli interessi se questo limita e danneggia anche noi come famiglia e noi come coppia???
Non gli interessa nulla perché l’unica cosa che conta, che ha un peso ed un valore, è appagare questo loro malsano desiderio di bambina!!!
In tutto ciò una domanda si è affacciata in queste ore nella mia mente: ma se tu fossi stata un maschio, loro ti avrebbero voluto meno bene ed io sarei stata più libera?
Sinceramente non so se le cose sarebbero state diverse se tu fossi nata maschio, ma so che le cose ora devono comunque cambiare.
Sono arci-stufa di discutere con papà e di vivere tensioni per andare incontro alle esigenze di altre persone.
Non ne abbiamo bisogno! Basta! Come dice spesso tuo padre io mi devo volere più bene e devo imparare a mettermi non dico sempre, ma almeno ogni tanto, prima degli altri.
Sta arrivando l’estate e questa sarà la nostra prima estate insieme, la nostra prima estate di famiglia, la tua prima estate. Noi viviamo in un luogo di mare ed io già immagino e temo cosa succederà fra due o tre mesi, perché so che c’è chi non vede l’ora dell’arrivo della bella stagione per avere finalmente l’occasione per stare un po’ di tempo in più con te. (Mio padre ha già cominciato a ripeterlo…).
Per evitare spiacevoli malintesi, meglio chiarire subito le cose.
Questa sarà la nostra estate, solo nostra.
Ho voglia e bisogno di godermi questo tempo di famiglia, senza interferenze esterne, senza pressioni, senza stress aggiuntivi.
Non posso nemmeno pensare di avere i nonni ed i parenti vari a rotazione che si alternano in qualche albergo della zona per avvicinarsi a te, fosse anche solo per una settimana! Perché pensano di non disturbare dormendo in albergo e non si rendono conto che dove passano la notte sarebbe la meno, dato che tutto il giorno ce li avrei comunque appiccicati addosso come dei francobolli umidi. Non potrei più gestirmi il mio tempo e il mio spazio, non sarei libera di fare con te ciò che ho voglia di fare, improvvisamente dovrei rendere conto ai tuoi nonni e al parentado, dei nostri spostamenti, dovrei cambiare i miei piani e le nostre abitudini, dovrei motivare le mie scelte e spiegare le mie ragioni.
Il problema non si risolve nemmeno se tuo padre prende le ferie per darmi un supporto nella gestione dei familiari, perché a questo punto mi domanderei perché se lui può prendere una settimana di ferie in piena stagione lavorativa, noi non ne approfittiamo per andare in vacanza invece di restare a casa a stressarci?
Queste parole valgono naturalmente per tutti e quattro i nonni.
Non ci sono preferenze, non si fanno differenze.
Da una parte i miei genitori hanno avuto tre figli e perciò hanno potuto godere per almeno tre volte, del piacere di vedere crescere un bambino. Dall’altra i genitori di tuo padre hanno avuto addirittura quattro figli e quattro nipoti, quindi anche loro sono stati più fortunati di me che forse, nella migliore delle ipotesi, avrò la gioia di rivivere questi momenti, solo una seconda volta nella vita. Certo, non hanno avuto una femmina, ma non è certo colpa mia!
Volete vedere vostra nipote? Mi sembra giusto, ma siccome io non posso mettere in crisi la mia vita e il mio equilibrio familiare per i parenti, non posso fare la pendolare e tantomeno mettere a vostra disposizione una settimana della nostra estate, l’unica idea che mi viene in mente è quella organizzarvi per venire voi ogni tanto a trovarci, passare qualche ora con noi e con la bambina, e poi tornare a casa, senza stravolgere più di tanto la nostra famiglia.
Questa mattina io ho parlato chiaramente con mia madre. Spero che abbia capito, ma se non è così, saprò far valere le mie ragioni e le nostre necessità.
Perché questi non sono i capricci di una neo mamma gelosa e possessiva, ma le reali e profonde esigenze di una persona che sta cercando in tutti i modi di vivere la sua vita e che ogni giorno, cerca di costruire la famiglia che ha sempre desiderato e di ritrovare la coppia che si è un po’ persa nella fatica di diventare una famiglia.

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