Metti due donne una
sera a cena, passeranno tutto il tempo a raccontarsi della loro famiglia,
mariti o compagni e figli. Questo argomento monopolizzerà la conversazione e l’intera
serata, non lasciando altro spazio e e altro tempo, se non quello per i saluti.
Metti due uomini una
sera a cena, passeranno il loro tempo a parlare di lavoro, di sport, di musica,
di donne (no, leggi bene, non ho scritto di mogli e nemmeno compagne, ho scritto
un generico donne e mi riferivo a tutte le altre…) ed infine, soltanto dopo
aver passato in rassegna le altre donne, commentandole suddivise in pezzi
(tette, culi, gambe…), se resta ancora un po’ di tempo prima dei saluti, parleranno
anche delle loro famiglie, mogli o compagne e soprattutto figli. Ma questo sarà
solo uno fra i tanti argomenti della serata e avrà un ruolo di secondo piano,
decisamente marginale.
Questa loro capacità di
isolare il cervello e di staccare la spina quando sono lontani da casa (bastano
pochi metri…) è assolutamente unica, per noi donne anche inspiegabile e
decisamente invidiabile!
Secondo questo schema a
casa nostra si rispettano i classici standard: io rappresento la tipica donna e
papà il tipico uomo.
Domani sera mamma
aspetta un’amica a casa per cena e sa già che parlerà di te e di papà e poi, in
seconda serata, di papà e di te…
Ieri sera tuo padre a
cena con un suo collega ha parlato sicuramente di lavoro, forse di sport,
probabilmente anche di musica, Dio solo sa se ha parlato anche di donne intere
o suddivise in pezzi e soltanto di passaggio, a fine serata, può essere che gli
abbia chiesto qualcosa sulla sua famiglia.
A noi credo non abbia nemmeno
accennato.
Ma questo non significa
Alice che non ci abbia pensato o che non gli siamo mancate e tantomeno che non
ci voglia bene, almeno credo…
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