venerdì 8 aprile 2011

Dubbi, domande, paure e incertezze


Piangi, quando una persona estranea si affaccia al tuo passeggino per farti un complimento, per dirti una parolina o anche solo per rivolgerti uno sguardo, ci sono molte più probabilità che tu scoppi in un pianto piuttosto che tu faccia un sorriso.
Nella migliore delle ipotesi corrucci la fronte e resti a guardarlo seria e perplessa.
Questo tuo atteggiamento ormai sempre più evidente mi dispiace e soprattutto mi crea preoccupazione: mi chiedo se sbaglio io in qualcosa, se dipende da me, se è colpa mia, se è causato, forse, da come ho vissuto la gravidanza (dicono che possa essere provocato anche da questo…). Non so come comportarmi cosa sia meglio o meno peggio fare.
La pediatra oggi osservando questo tuo evidentissimo atteggiamento (con lei sei scoppiata a piangere addirittura con i lacrimoni…) mi ha detto di non insistere e mi ha fatto notare che tu la vivi davvero male, con ansia e sofferenza, che hai addirittura il battito accelerato.
Perché fai così Gù, dove ho sbagliato, in cosa sto sbagliando? Davvero ciò che ti ho trasmesso fino ad ora e che evidentemente ti sto continuando a trasmettere è che il mondo là fuori e così brutto e pericoloso? Ti sto forse attaccando le mie ansie e le mie paure? Come posso aiutarti a vivere meglio il contatto con gli altri? Cerco di uscire tutti i giorni, di farti vivere con gioia il mondo esterno ma evidentemente non è abbastanza. Dimmelo tu Alice, perché io davvero mi sento impotente e colpevole e non so proprio come fare…

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