Prendete un bambino o
una bambina, il sesso non è fondamentale in questo esperimento, portatelo in
giro avendo cura di togliere un calzino, sempre che il suddetto bambino non
abbia già provveduto autonomamente a farlo, come fai tu Alice…
Fate in modo che il
piede nudo del bambino sia in evidenza e vedrete che circa ogni dieci metri
percorsi ci sarà qualcuno che avrà la cura di informarvi che il vostro bambino
ha perso un calzino… e voi passerete il tempo a dare spiegazioni sul perché vostro
figlio sta andando in giro con un piede nudo ed uno vestito… Provare per
credere!
Questo è più o meno ciò
che è successo stamattina al centro commerciale.
Tu seduta nel carrello,
io, dopo che ti sei tolta il calzino almeno tre volte, ho pensato di non
rimetterlo e me lo sono infilata in tasca.
Pessima idea! Da quel
momento in avanti chiunque incrociasse il mio carrello mi bloccava per farmi
notare che avevi perso un calzino, alcuni addirittura aggiungevano frasi
compassionevoli nei tuoi confronti del tipo: “poverina chissà che freddo avrà al
piedino…”, “per fortuna che qui dentro vendono i calzini…”, “forse dovrebbe
metterle un paio di scarpine…”.
Per evitare di farmi
venire l’esaurimento a forza di ripetere la stessa noiosissima storia (grazie
ma non si preoccupi, non l’ha perso, gliel’ho tolto io perché lei se lo toglie
sempre, soprattutto il destro, ma non ha freddo, è una bambina calorosa… così
ora si morde il piedino è sta più buona), ho deciso allora di rimetterti il
calzino.
Detto fatto, ho
recuperato il calzino alla tasca dei jeans e te l’ho ubicato nuovamente sul
piede stando ben attenta per evitare che tu te lo riuscissi abilmente a
togliere.
Ho fatto pochi metri quando
improvvisamente ho sentito una voce che mi rincorreva urlare un “siiignooora”
molto accorato. Io naturalmente non mi sono girata, ma quando la voce ha
continuato dicendo “il calziiiino” ho capito che era rivolta a me. Ho buttato
un rapidissimo sguardo al tuo piede destro ed era meravigliosamente ricoperto
da un altrettanto meraviglioso calzino rosso. Mi sono girata e tranquilla ho
detto “si ce l’ha!”. È stato a quel punto che ho visto comparire una mano
davanti al mio volto, aveva sul palmo un calzino rosso, il tuo, il sinistro… e
allora ho capito che mi avevi fregata un’altra volta e che io non ho proprio
nessuna speranza.
In ogni caso sono una
tua vittima, dei tuoi calzini e dei passanti che si preoccupano per i tuoi
piedi esposti all’aria fresca…
P.s.
Caro passante preoccupato, ti
assicuro che Alice, mia figlia, non ha affatto freddo ai piedi e comunque le
scarpine non servono a niente perché “Gù” riesce a togliersele e a perdere
anche quelle, provare per credere…
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