mercoledì 22 maggio 2013

In viaggio verso la normalità

Quando ho scoperto che avevo il cancro, avevo deciso di proteggere i miei genitori da questa terribile notizia, avevo scelto di regalargli la serenità che io non potevo più avere e perciò non gli avevo detto nulla. Ero incredibilmente riuscita a fargli credere che la mia "pallina" era solo qualcosa di più fastidioso di quello che sembrava inizialmente e loro avevano imputato il mio evidente nervosismo allo stress.
Col passare dei mesi mantenere il segreto, soprattutto con mia madre, è diventato ogni giorno più difficile. Spesso nella mia mente immaginavo di dirglielo. Spesso li guardavo e pensavo che in fondo lo avevo fatto per il loro bene e tentavo di convincermene. 
Ma intanto un muro sempre più alto si ergeva fra noi.
Per evitare domande io tenevo le distanze, ero fredda, scontrosa, sfuggente: praticamente inavvicinabile.
Ma poi Alice, dopo aver saputo di essere ufficialmente guarita, non sono più stata così sicura che non dire a mia madre la verità fosse davvero la cosa giusta. Ho cominciato a pensare che non volevo che pensasse che ero arrabbiata con lei, non volevo che passasse il tempo a chiedersi perché io improvvisamente mi ero distaccata da loro.
Il segreto improvvisamente si è trasformato in un pesante masso che mi ancorava al suolo, impedendo i di proseguire il mio viaggio.
Per questo qualche giorno fa ho deciso che le avrei parlato e oggi è stato il grande giorno.
No, a nonno Mario non ho potuto dirlo: lui non ha il carattere forte della nonna e non lo avrebbe potuto sopportare.
Ho aspettato che tu dormissi e che mio padre uscisse e una volta sole, ho cercato di dirglielo nel migliore dei modi, partendo dalla fine: "sono guarita ma ho avuto il cancro". Sì è subito portata la mano al cuore e ha urlato un "no" soffocato che esprimeva tutto il suo dolore. No Alice, non era la solita messa in scena la nonna, non aveva fatto in tempo a studiarla, era la sua reazione spontanea e sincera. L'ho rassicurata spiegandole le cose che lei non mi ha chiesto. Non ha fatto domande. Nemmeno una. È rimasta zitta per un po' e poi ha cambiato argomento.
Credo che il peso della notizia l'abbia fatta reagire attuando un meccanismo autodifensivo di rimozione.
Ho aspettato un po' prima di andare via, volevo essere certa che stesse bene.
Quando sono uscita mi sembrava tranquilla. 
Tranquilla come credo possa essere una madre che ha appena saputo che la figlia ha avuto il cancro...
Ed io Alice dopo averglielo detto mi sono sentita più leggera, come se avessi stappato una botte troppo piena e avessi permesso al contenuto di uscire, allentando la pressione... 
È stata una sensazione piacevole.
È stato un altro passo avanti in questo viaggio verso la normalitá.



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