lunedì 22 settembre 2014

Discorsi di centosessanta caratteri.

Quando ieri sera parlando con papà mi sono lamentata del fatto che non ricordo più da quanto tempo non riesco a fare una conversazione qualitativamente decente, ho trovato un modo perfetto per descrivere il modo in cui mi sembra di parlare ultimamente: frammento le conversazioni come se dovessi inviarle via sms suddividendole in tranche di centosessanta caratteri. Il fatto è che io so che tu sicuramente mi interromperai, più o meno con una frequenza pari a centosessanta caratteri quindi mentalmente predispongo discorsi brevi oppure se sono più lunghi li suddivido in spezzoni. 
Ecco Alice tu capisci che in questo modo si perde un po' il filo del discorso e spesso ammetto che la voglia di raccontare qualcosa sfuma ancora prima di cominciare a farlo...
Si lo so mi poteva andare peggio, in fondo il tweet è più corto... Naturalmente scherzo un po', ma il fatto è che sei diventata furbissima e siccome sai che a casa nostra vale la regola "non si interrompe chi parla", tu allora parli initerrottamente cosìcche appena io inizio un discorso tu mi redarguisci con il dito e con la voce dicendomi "stavo parlando io però!".
Già perché ovviamente i tuoi discorsi non sono di centosessanta caratteri....

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