venerdì 26 settembre 2014

Ciao signor "calzino"

Papà ed io lo avevamo soprannominato  affettuosamente "calzino" per la sua strana abitudine di indossare i sandali con i calzini.
Era un uomo di mezza età, un padre, un marito, un nonno.
Abitava vicino a noi, si era trasferito qualche anno fa con la moglie e uno dei due figli e poco tempo dopo era rimasto vedovo. 
Era un uomo, silenzioso e di poche parole ma buono.
Per te Alice aveva sempre un sorriso, qualche parola affettuosa e un complimento.
Una volta guardandoti mi aveva raccontato che gli mancavano tanto le sue nipotine che vivevano lontano.
Lo abbiamo visto l'ultima volta qualche mese fa, sempre indaffarato a scaricare la macchina da pesanti cassette, sempre con la sua aria pensierosa che da quando era morta la moglie era ancora di più evidente, sempre col suo passo lento e i suoi calzini bianchi.
Poi mi hanno detto che si era ammalato e dall'ospedale non è mai più tornato a casa.
Sono stata io ad avvertire gli altri vicini di casa che era morto quando un giorno andando al mare ho visto e riconosciuto la sua foto in un manifesto funebre per la strada.
Ora quando guardo quella casa, sempre con le finestre chiuse provo un profondo senso di tristezza e mi aspetto sempre di doverlo vedere uscire dalla porta da un momento all'altro.
Questa mattina da quella porta è uscito il figlio. Con lo sguardo basso e l'aria mesta tipica di suo padre. È andato verso la macchina, non la sua, quella che era di suo padre e ha scaricato una cassetta dal baule.
Poi si è allontanato con lo stesso passo lento che aveva lui, il "signor calzino"... 
Ciao "signor calzino" mi manca incrociarti nel parcheggio, volevo dirtelo...

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