martedì 7 luglio 2015

Cara mamma ti scrivo

È proprio vero mamma, forse hai ragione tu e non so cosa significa fare una tac al fegato, ma probabilmente anche tu ci sono un sacco di cose che non sai.
Tu non sai che cosa significa avere una diagnosi di cancro per telefono, mentre sei a casa da sola con tua figlia di due anni che gioca ignara sul tappeto davanti ai tuoi occhi e mentre la paura ti assale e ti stringe la gola fino a farti smettere di respirare, pensare davvero che sia finita.
E non sai nemmeno cosa significa crescere tua figlia con l'angoscia di non vederla domani, immaginarla col grembiule del primo giorno di scuola e chiederti se ci sarai anche tu ad accompagnarla, vivere con il terrore che quel bel vestito che le hai comprato per il prossimo inverno non glielo vedrai mai addosso e dire a qualcuno dove lo metti perché speri di poterla guardare e proteggere comunque...
E non sai nemmeno cosa significa fare una tac alla testa... Ah già questo mi hai detto che lo saprai fra pochi giorni e dopo che me lo hai detto con quel tono di vittoria ci mancava solo il "pappappero". Ma se vuoi proprio fare la gara cara mamma, mi sa che comunque vinco comunque io sui tempi, perché tu di sicuro non sai cosa significa ammalarsi di cancro a poco più di quarant'anni, mentre ancora stai ancora sperando di allargare la famiglia, perché tu per tua fortuna hai iniziato quarant'anni dopo di me... Pensaci un po' mamma, alla stessa età in cui tu ti preoccupavi di comprarti le pellicce e ti occupavi serenamente della tua famiglia e dei tuoi figli (sì tu hai avuto la fortuna di vederne nascere e crescere tre), io invece ho avuto la sfortuna di sentirmi dire che avevo un tumore maligno e ho improvvisamente realizzato che la possibilità di morire non era poi così remota. Allora ho pianto tutte le mie lacrime e ho immaginato mio marito (che ancora non lo era) con un'altra donna, perché solo l'idea che avrebbero avuto entrambi qualcun altro da amare e che li amava mi dava un po' di assurda serenità, poi ho affrontato l'intervento e i duri mesi che sono venuti dopo senza nemmeno dirti niente, per non farti preoccupare. Già, perché io ho pensato di proteggerti da un dolore che immaginavo troppo grande per una madre e ti ho raccontato delle bugie (sì mamma ti ho mentito...) e tu del mio
cancro sei venuta a conoscenza molto tempo dopo, quando la paura era già gestibile, quando sono
 riuscita a dirtelo con un po' più di leggerezza e a raccontarti una storia "a lieto fine" senza accendere i toni drammatici, lo hai saputo da me in maniera "soft", quando anche io cominciavo a sperare oltre che disperare... 
E tu cara mamma, non sai nemmeno cosa significa iniziare a fare il "Follow up" non a ottant'anni ma con quarant'anni di anticipo...
Tu vedi e sai soltanto ciò che capita a te, tu sei l'unica e incontrastata protagonista dei drammi, nessun altro ha sofferto come te, nessuno può comprendere la tua vita difficile, tu sei la sola a conoscere il vero senso del dolore.
Io sinceramente non credo che sia così, e sono certa che purtroppo ci siano famiglie che vivono drammi e problemi molto più grandi del tuo e anche del mio, e purtroppo alcune di queste famiglie le conosco di persona e se devo dire la verità non ci tengo proprio a fare certe gare e ancora meno a vincerle...
Mi spiace solo che tu con le tue telefonate e i tuoi drammi riesca sempre a farmi ricordare e rivivere il
passato, mi spiace che i miei buoni propositi di cercare di non discutere con te vadano sempre a finire
male, mi spiace che tu sia così abile da riuscire ogni volta a riportare a galla un passato difficile e doloroso che ancora mi fa piangere e mi spiace soprattutto che mia figlia mentre gioca sul tappeto davanti ai miei occhi si giri e mi veda piangere  (un brutto dejà vú...) solo che ora non ha due anni ma quasi cinque e allora mi guarda, si avvicina e poi mi chiede perché piango e io mi ritrovo a doverle raccontare che sono "triste" perché ho litigato con la nonna e mi dispiace davvero tanto che questi ultimi anni che tu ed io passiamo assieme li dobbiamo vivere così, litigando al telefono invece di godere della possibilità e del piacere di stare ancora insieme.

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